BASIS Vinschgau Venosta: la periferia al centro il centro in periferia

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    È una tarda mattinata di fine luglio quando metto piede a BASIS per la prima volta. Sottili nuvole grigie scorrono contro il cielo blu intenso della Val Venosta, sospinte dal vento che fa sussurrare gli alberi dello spiazzo in cui ho parcheggiato l’auto.

    La freschezza dell’aria dona sollievo alla pelle, sfiancata dall’afa della città.

    A darci il benvenuto palazzine sgarrupate dai muri coperti di graffiti. Spaesati, mia moglie, mio figlio e io ci guardiamo attorno cercando di capire come raggiungere Denkmal, il festival culturale per partecipare al quale abbiamo guidato da Bolzano fino a questo paese a pochi chilometri dal confine con la Svizzera.

    A un tratto, come la melodia di un pifferaio magico, il suono indolente di una fisarmonica ci attira nel cuore della piazza d’arme della Caserma Druso.

    Il buco nero

    Costruita tra il 1936 e il 1939, la Caserma Druso faceva parte delle opere del Vallo Alpino del Littorio, il complesso di fortificazioni voluto da Mussolini che, correndo da est a ovest lungo le Alpi, era stato progettato per proteggere il paese da un eventuale attacco proveniente da uno qualsiasi dei paesi confinanti.

    La compongono quattro palazzine disposte su un areale di 4 ettari di superficie, espropriati ai contadini della zona. Al loro interno erano acquartierati 2.500 soldati, a fronte dei 1.200 abitanti di Silandro.

    “Fin dal 1995, anno in cui è stata abbandonata,” mi racconta Hannes Götsch quando lo incontro una mattina di settembre “la caserma ha rappresentato un buco nero per noi abitanti del paese.”

    Hannes è il fondatore e il CEO di BASIS, il progetto di riutilizzo con cui ha trasformato in un moderno Social Activation Hub quello spazio rimasto a lungo silenzioso e inaccessibile.

    La cultura che BASIS esprime è la stessa delle grandi capitali dell’economia cognitiva, creativa e culturale

    Un percorso, quello di BASIS, che è iniziato nel 2011, quando la Caserma Druso viene scelta come location per ospitare uno degli eventi di Transart, storico festival di cultura contemporanea sudtirolese.

    Per molti abitanti di Silandro è la prima occasione per entrare in contatto con uno spazio che, nel suo essere allo stesso tempo incredibilmente presente e rumorosamente assente, aveva cambiato il volto e l’economia del paese e rappresentato il segno tangibile della colonizzazione interna iniziata con l’annessione del Sudtirolo al Regno d’Italia, e accelerata con rapida tragicità dopo l’avvento del fascismo.

    Nel corso del biennio successivo, il comune di Silandro acquista dalla Provincia Autonoma di Bolzano metà dell’areale della caserma, per il quale paga la cifra di 2,5 milioni di Euro. L’intenzione dell’amministrazione è quella di usare lo spazio per costruire un complesso di 170 appartamenti.

    “Mi è stato chiaro fin da subito che si trattava un’operazione dal carattere speculativo” mi dice Götsch facendomi strada sulla terrazza di quella che fu la palazzina servizi della caserma, per indicare con un gesto circolare la piazza d’arme che si apre sotto di noi. “Questo spazio, che la comunità aveva potuto attraversare per la prima volta dopo molti anni, le sarebbe stato sottratto di nuovo, a beneficio di pochi.”

    La nascita di BASIS

    Impiegato per dieci anni come ingegnere in una nota azienda della zona, dj e organizzatore di eventi nella scena elettronica locale, nel 2015 Götsch mette al servizio della visione da cui BASIS prenderà forma il suo mix di conoscenza dei meccanismi e delle logiche dell’economia tradizionale e lo spirito do it yourself che caratterizza la sua esperienza come musicista e promoter.

    “Devi sapere che la Val Venosta non è mai stata una valle molto ricca e, per questo motivo, politicamente poco influente,” mi spiega scendendo la scalinata che dalla terrazza porta alla piazza d’arme “mentre il mondo cambiava nessuno si è preoccupato di diversificarne l’economia. A Silandro, per esempio, il turismo è in calo e il paese vive ancora di agricoltura e servizi. Eppure, quando mi muovevo per suonare o organizzare un evento, percepivo che energie nuove correvano su e giù per la valle. C’era solo bisogno di qualcosa che le catalizzasse, che le facesse affiorare.”

    Per trasformare la sua visione in realtà, Götsch deve muoversi rapidamente e con efficacia.

    “In Comune avevano dei dubbi. Mi chiedevano se c’era la massa critica per dare vita a uno spazio culturale all’avanguardia. M era ovvio che non ci fosse! Andava creata prima. Perciò, quando mi hanno chiesto di preparare un progetto, un concept, ho capito che dovevo muovermi diversamente. Sapevo per esperienza che le belle idee messe su carta restano spesso lettera morta, fogli chiusi a marcire nella scrivania di qualche funzionario. Per questo sono andato direttamente in Provincia.”

    Il diversivo ha successo. Götsch si assicura il sostegno finanziario da parte della Provincia Autonoma di Bolzano, partecipa e vince un bando europeo e uno per la sostenibilità e contribuisce di tasca propria al progetto con una cifra consistente. Anche il Comune di Silandro, alla fine, non può che riconoscere il suo spirito d’iniziativa e si fa carico dei costi di risanamento degli edifici della Caserma Druso in cui BASIS vedrà presto la luce.

    I lavori iniziano nel 2017 e, due anni dopo, nell’ottobre del 2019 viene inaugurato lo spazio di coworking. È il primo atto ufficiale di BASIS, il suo certificato di nascita.

    BASIS: l’articolazione dello spazio e la struttura di gestione

    Oggi BASIS occupa due dei quattro edifici della ex Caserma Druso.

    Il primo è la palazzina servizi al cui piano terra si trovano la sala eventi (Kasino), l’officina per la lavorazione del metallo e del legno e quella per la stampa, una cucina professionale con due macchinari per eseguire lavorazioni che le permettono di essere considerata un centro di ricerca per la gastronomia e l’agricoltura, uno studio fotografico e alcuni spazi polifunzionali. Al primo piano trovano invece posto lo spazio di coworking, una sala comune polifunzionale, e la sala conferenze (Seminarium).

    Il secondo edificio è la palazzina Tagliamento, uno dei due corpi laterali della caserma, quello a sinistra della palazzina servizi. Qui ha sede l’officina creativa (Kreativwerkstatt), che ospita gli atelier di numerosi artisti locali, un’area per lo scambio di abiti usati e uno spazio per mostre che, quando l’ho visitato, ospitava una mostra sulla storia della Caserma Druso, dalla fondazione alla nascita di BASIS.

    Il modello di governance scelto è quello dell’associazione no profit a responsabilità limitata. A gestirla sono due organismi: un team composto da 5 persone – Hannes Götsch (CEO e networking), Magda Tumler (comunicazione e accoglienza), Helmut Prantl (project management), Paul Kofler (formazione ed eventi), Lukas Tappeiner (contabilità e tutto fare)- che si occupa della gestione quotidiana dello spazio e delle sue attività; un board composto da 7 persone – Michael Wunderer, Claudia Aimar, Simon Tumler, Kurt Ratschiller, Katrin Gruber, Gerda Platzgummer e lo stesso Götsch – con responsabilità di carattere più strategico e di orientamento della visione generale del progetto.

    BASIS è uno spazio che ha rappresentato e rappresenta ancora la possibilità di costruire nuove visioni

    “A questi due organi,” ci tiene a specificare Götsch “spetta soltanto l’organizzazione del 50% dell’attività di BASIS. Il resto delle attività sono organizzate dalla comunità locale, che cerchiamo di coinvolgere attraverso l’organizzazione di gruppi di lavoro tematici. Siamo molto aperti in questo, e accettiamo qualsiasi proposta. Ma è importante che le persone si impegnino a fondo, perché l’approccio hands on e do it yourself che promuoviamo premia e seleziona le persone più motivate. Un approccio che ha radici nel mio passato da metalmeccanico, l’abitudine a seguire lo sviluppo di un progetto dalla scelta delle materie prime al prodotto finito,” conclude Götsch con una risata, mentre mi mostra una delle officine che occupano il piano terra della palazzina servizi.

    Il centro in periferia, la periferia al centro

    A colpirmi di più la prima volta che ho visitato a BASIS, è stata l’evidente atmosfera urbana che vi si respira, nonostante l’hub sia collocato in una delle valli più periferiche della provincia di Bolzano, quasi una periferia della periferia.

    La cultura che BASIS esprime è però la stessa delle grandi capitali dell’economia cognitiva, creativa e culturale. Un milieu globale, progressista e liberale – che non sembra fuori luogo definire woke – che si esprime oltre che negli usi dello spazio anche nelle sue regole di condotta.

    Sui flyer del festival a cui ho partecipato e su alcuni manifesti posizionati qua e là sui muri dello spazio, vengono riportate le istruzioni d’uso della frase “C’è Paula?”, safe word da utilizzare per segnalare al personale che si è vittima di attenzioni indesiderate o molestie.

    BASIS riterritorializza dunque il centro nella periferia e deterritorializza la periferia come centro o, meglio, come nodo di una rete di spazi caratterizzati dalla stessa cultura urbana e globale.

    “La sua presenza” riflette Götsch “illumina lo spazio circostante, grazie alla connessione con altre realtà con cui BASIS fa rete, come, per esempio, il network internazionale Spaces of urgency, di cui facciamo parte. Sembra paradossale, ma il fatto di lavorare nella periferia rurale è più un punto di forza che un ostacolo, per noi. Qui le nicchie sono più aperte che in città, dunque è più facile farle incontrare. Inoltre, BASIS non nasce dal nulla. Quello che io e altri abbiamo seminato in oltre 20 anni di lavoro nell’organizzazione di eventi musicali, oggi lo raccogliamo in termini di partecipazione. Le persone sanno che lavoriamo sulla qualità, quindi si fidano delle nostre proposte e partecipano agli eventi anche se non conoscono gli artisti che portiamo. In città invece le nicchie sono più chiuse e le persone sono più pigre e diffidenti rispetto a quello che non conoscono.”

    BASIS nasce dal bisogno

    Riflessioni di questo tenore dimostrano che non è un caso che BASIS sia nato proprio in un territorio economicamente debole e politicamente marginale come la Val Venosta.

    “BASIS nasce dal bisogno,” conclude Götsch. “Bisogno di fare, di impegnarsi, di costruire, ognuno a modo suo, qualcosa con le proprie mani. Negli ultimi 10 anni, in Val Venosta, molte persone avevano sviluppato competenze diverse in tanti ambiti: dall’edilizia sostenibile, all’economia sociale, all’industria creativa. Avevano solo bisogno di un luogo in cui incontrarsi e far interagire le loro visioni. BASIS è questo luogo. Uno spazio che ha rappresentato e rappresenta ancora la possibilità di costruire nuove visioni per questo territorio e per tutti i territori che hanno caratteristiche analoghe.”

    Raccontata così, quella di BASIS sembrerebbe una storia di successo, un caso studio che premia la capacità e la volontà di mettersi in gioco di chi ha creduto in una visione fin dal primo giorno.

    Ma il destino di questo spazio è ancora in bilico. Il comune di Silandro non ha abbandonato l’idea di costruire un complesso di appartamenti nelle aree Caserma Druso non occupate da BASIS. Una scelta che genererebbe una tensione tra la dimensione pubblica e condivisa di BASIS e quella ritirata e privata che è propria di uno complesso di appartamenti.

    “Una tensione in grado di mettere a rischio quello che abbiamo costruito in questi anni e che, in molti, preferiscono non vedere. Ci credi” mi dice Götsch, stringendomi la mano prima di immergersi di nuovo nel suo ufficio “che tra gli amministratori locali ce ne sono alcuni che non sono mai stati a vedere quello che facciamo qui BASIS?”

    Nella giornata di ieri, la situazione di BASIS ha subito una brusca accelerazione. Con un decreto d’urgenza firmato la notte del 4 ottobre e pubblicato la mattina del giorno seguente, il sindaco di Silandro, Dieter Pinggera, ha ordinato la demolizione di una delle palazzine della Caserma Druso, non occupate da Basis. Tra le 4 e le 5 del mattino, le ruspe hanno iniziato i lavori di demolizione, che sono stati completati nel corso della mattinata. BASIS ha rilasciato una nota per spiegare i dettagli della situazione e attivato una petizione.

    Note