Comunità e progettazione condivisa a San Salvario

La progressiva affermazione del Web come principale luogo di informazione e formazione ha imposto un inevitabile ripensamento delle liturgie tradizionali del consumo culturale e del ruolo dell’audience. Partendo da un particolare luogo di osservazione – il quartiere di San Salvario a Torino – ristretto ma a suo modo paradigmatico, abbiamo prodotto una ricerca che, forte di una case history particolarmente articolata, distilla un plesso di buone pratiche che potrebbe essere utile alla progettazione culturale contemporanea.

Cultura e Sviluppo è il primo di una serie di Quaderni online che nascono da un’esigenza precisa: restituire uno sguardo d’insieme sui progetti che fanno capo all’Agenzia per lo Sviluppo Locale di San Salvario, una Onlus che promuove e coordina il lavoro di circa 25 associazioni attive nel quartiere di San Salvario a Torino sui temi dello spazio pubblico, del welfare di prossimità, delle nuove economie, dell’innovazione sociale e culturale.

Abbiamo deciso quindi di istituire una redazione per raccogliere informazioni e dare vita a quelli che abbiamo chiamato Quaderni di Agenzia, testi snelli e ricchi di esempi concreti, utili per raccontare un metodo – il nostro – che desume i propri criteri teorici proprio da casi concreti, moltissima pratica e lavoro sul campo.

Cultura e Sviluppo consta di alcune sezioni teoriche che rimandano a 21 schede in cui i singoli progetti vengono analizzati dal punto di vista degli elementi di generatività, dei target di riferimento, del bisogno da cui sono nati, dell’inclusione e dell’allargamento del pubblico che hanno prodotto.

Questo lavoro documenta che è possibile allargare la base sociale di consumi culturali e che lavorare sulla domanda richiede sia metodi innovativi sia la capacità di tenere insieme le diverse azioni che costituiscono i nuovi modelli di produzione e fruizione di cultura. Azioni come, ad esempio, stimolare il territorio per capirne le esigenze e le carenze e coinvolgere il pubblico perché abbia un ruolo attivo nelle fasi della progettazione sfidando la sacralità di alcuni luoghi dove da sempre si fa e si fruisce di cultura.

Partendo dunque dall’analisi di casi concreti, in Cultura e Sviluppo vengono esplicitati motivi e strategie per il superamento delle liturgie dei consumi culturali, suggerendo tempi, modi e spazi favorevoli all’intercettazione di nuovi pubblici. Parallelamente, viene messo in discussione il concetto tradizionale di “pubblico” andando a ridisegnare il ruolo di un soggetto non più passivo ma attore del fatto culturale nel ruolo di co-creatore e co-protagonista.

Abbiamo lavorato perché questo lavoro diventasse anche una mappa sui consumi culturali odierni di una certa fascia di pubblico non riducibile solamente alla nostra città perché, come ci ha suggerito Lucio Argano, il senso dei progetti suggerisse un vero e proprio percorso, perché imparassimo a rinnovare e meticciare le pratiche, perché riuscissimo a esplorare la complessità della domanda di cultura che stavamo analizzando senza ridurla, perché sapessimo cogliere i segnali deboli e tradurli, anche in futuro, in scelte e cambi di rotta.

Siamo partiti da San Salvario con le sue esperienze e le sue pratiche, inserendoci con questo lavoro in una riflessione più ampia sull’innovazione sociale e culturale nel nostro Paese, sul come e dove si produce e si fruisce cultura e su quali prospettive è possibile immaginare.


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