Scarica ‘Complesso/Complicato’, la nostra raccolta di appunti urgenti di progettazione culturale
Fare progettazione culturale, per cheFare, significa essere in grado di osservare con attenzione la realtà in cui viviamo e le dinamiche che la regolano. Significa analizzare i fenomeni che ci permettono, o meno, di essere in società, insieme.
Per farlo, abbiamo imparato che è fondamentale mettere in dubbio le nostre convinzioni per ampliarle, dibatterle e allargarne la prospettiva. Oggi pubblichiamo Complesso/Complicato, una raccolta di 12 contributi costitutivi della riflessione collettiva che portiamo avanti con i progetti di cheFare e che è stato realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo.
È una raccolta scaricabile gratuitamente, che include degli appunti di progettazione culturale che riteniamo urgenti non soltanto nella loro pubblicazione ma soprattutto nella loro messa in discussione.
Complesso/Complicato è il seme su cui abbiamo iniziato a riflettere più di un anno fa, riflessioni che abbiamo utilizzato tra le altre cose per costruire il programma di Quindi, cheFare? il nostro corso di progettazione culturale che si è svolto con un tutto esaurito nel febbraio del 2021 e che riprenderà nei prossimi mesi.
Lavorando ci siamo resi conto di quanto, nel nostro lavoro quotidiano, il tema centrale consista nella nostra capacità di progettare forme sempre diverse di democrazia culturale, ed è da questa consapevolezza che ci siamo resi conto dell’urgenza di mettere nero su bianco le nostre riflessioni.
La prima parte raccoglie quattro contributi: il primo (Bertram Niessen) introduce il tema della progettazione culturale, la sua genesi e gli sviluppi recenti. Segue un contributo (Valeria Verdolini) sugli spazi di cittadinanza, sulla democrazia culturale, sulla necessità di mantenere aperto l’accesso, la partecipazione, la fruizione alla cultura. Per farlo è necessario mantenere uno sguardo critico, in grado di cogliere contraddizioni, assonanze, limiti per proseguire attraverso continue verifiche, per questo un contributo sulla critica culturale (Giacomo Giossi).
Occorre, infine, guardare agli esiti dei processi e chiedersi se le trasformazioni che hanno coinvolto il contesto e le persone sono effettivamente andate nella direzione di un allargamento di possibilità, di redistribuzione di potere (Federica Vittori).
Lavorando ci siamo resi conto di quanto, nel nostro lavoro quotidiano, il tema centrale consista nella nostra capacità di progettare forme sempre diverse di democrazia culturale, ed è da questa consapevolezza che ci siamo resi conto dell’urgenza di mettere nero su bianco le nostre riflessioni.
È grazie a questo nucleo che ci confrontiamo con il passato, con le eredità, che proviamo a leggere la nostra azione che si svolge nel presente, che affrontiamo i conflitti al nostro interno e fuori, che ci interroghiamo su cosa davvero serva per guardare all’orizzonte, anche quando si tratta di un futuro prossimo.
Questa seconda parte inizia dal confronto con il passato, prosegue attraverso il presente e va verso il futuro. Parlare di lavoro culturale vuol dire confrontarsi inevitabilmente con il secolo scorso con le sue eredità e con le disfatte, con il disorientamento e le possibilità dell’oggi. Questo è il primo contributo (Giacomo Giossi). C’è poi un passato più recente,
gli anni dieci del ventunesimo secolo, caratterizzati dall’innovazione, dai suoi pregi e dalle sue derive (Bertram Niessen). Segue l’approfondimento di un tema che caratterizza il tempo presente: quello della partecipazione, della sua formalizzazione e di come permea la progettazione culturale (Bertram Niessen). Infine, visti i tempi che stiamo vivendo ci chiediamo come poter volgere lo sguardo progettuale verso il futuro (Federica Vittori).
Infine, raccontiamo il modo in cui interveniamo, gli assi lungo i quali si sviluppano i nostri progetti, il modo in cui traduciamo quel senso di urgenza, necessità, desiderio. Il primo contributo (Marilù Manta) della terza parte chiarifica l’ossessione di lavorare in rete, attitudine che trasforma il vincolo delle risorse limitate in punto di forza.
La rete quindi diventa premessa e obiettivo della progettazione per affrontare la complessità. Si progetta insieme, includendo il punto di vista altrui nella pratica e nel dispiegamento del progetto, un’ottica di sistema che diventa di fatto un approccio politico (Federica Vittori e Matteo Brambilla). L’ultimo intervento (Federico Nejrotti) è dedicato alla comunicazione come azione culturale in sé oltre che azione di accompagnamento, come elemento che innerva il dispiegarsi del progetto.
Complesso/Complicato è un’istantanea del modo di fare progettazione culturale di cheFare. Scaricalo gratuitamente.