Maurizio Cilli presenta in anteprima per cheFare il suo nuovo lavoro sui significati sociali e simbolici del passaggio della via Francigena in Val di Susa.
Le strade medievali a differenza delle strade di origine romana sfuggivano a una nomenclatura ufficiale : i loro toponomi si legavano piuttosto ai caratteri ambientali dei territori che attraversavano. A partire da questi temi, Maurizio Cilli proporrà al pubblico una indagine sulle origini e sulle complesse ramificazioni dei tracciati e dei contesti intorno ai valichi delle Alpi Occidentali della via francigena, francesca o romea: appellativi con i quali si identificava una delle direttrici di comunicazione fra il regno italico e le regioni d’oltralpe, di più ampio orizzonte internazionale.
Cappella del Forte di Exilles, domenica 17 luglio ore 15 con la partecipazione di: Clelia Baccon Bouvet, Emanuele Caffo, Battistina Provenzale
La rappresentazione di geografie di relazioni fra i luoghi, la vita sociale, i commerci e le implicazioni culturali che animavano di valori simbolici il viaggio e l’esperienza del pellegrinaggio, così come le preesistenze artistiche e i differenti contesti ambientali dei territori della Valle di Susa, sono il vasto scenario in cui il diorama di “FRANCIGENÌA” attinge gli spunti di un flusso visivo.
Il mutamento del rapporto fra uomo e natura, “la Tabula Peutingeriana” di Konrad Peutinger, la battaglia della Chiusa e l’Adelchi, l’origine della via francigena e gli itinerari di San Dunstano, e Nikulas Bergsson di Munkathvera, l’Homo viator e i significati simbolici del pellegrinaggio, San Eldrado e l’abbazia della Novalesa, il simbolismo ascensionale della Sacra di San Michele, i commerci, il vagabondaggio e la varia furfanteria, il meraviglioso, il magico e il miracoloso, le influenze linguistiche e i riti, dalla danza delle spade, la figura dello spadonaro, ai simboli del bran e la pouento sino all’uomo orso di Urbiano di Mompantero. L’artista propone al pubblico un diorama dal vivo a più voci, un esercizio di curiosità che pone l’indizio e il dettaglio al centro della sua esperienza e trova la propria chiave espressiva attraverso l’uso delle immagini come strumento interpretativo di una possibile verità storica diversa da quella storiografica.
Un’indagine indiziaria che trova una propria definizione, nel suo percorso di restituzione dei significati, attraverso il progetto di un flusso di immagini. Una forma di narratività che produce un dispositivo artistico aperto per restituire orizzonti di senso relativi a ciò che viene percepito e per svelare quella dimensione interpretativa a priori, che non è deterministico – deduttiva.
Un panorama in cui prevale l’immaginario che nutre e anima la poetica dell’artista e in cui il principio di realtà risulta manipolabile, le rappresentazioni del mondo sono continuamente perfezionabili e ri-negoziabili, senza pretese di oggettività (a differenza di quanto avviene per l’argomentazione filologica, logica, scientifico-deduttiva, propria di un sistema cognitivo tendenzialmente chiuso). FRANCIGENÌA vuole essere un elogio alla curiosità e alla lentezza del viaggio, un invito a visitare e conoscere lo straordinario patrimonio di ambienti naturali e artistici delle “Valli di Susa”
In copertina Maurizio Cilli, FRANCIGENÌA, lecture diorama, set e tecnica – collage su carta, pigment ink e matita, 2016