Come Night Review racconta i nostri anni 20 e ha conquistato la fiducia di Joe Biden

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    NR edizioni nasce inizialmente come newsletter e poi cresce e si sviluppa fino a diventare una delle più curiose e interessanti case editrici italiane. Struttura leggera, pochi libri e distribuzione innovativa, ma anche e soprattutto un pubblico di lettori costruito pezzo a pezzo grazie ad un’attenta cura dei contenuti, un’ottima scelta dei tempi e un’utilizzo equilibrato dei social. Abbiamo incontrato Gianluca Di Tommaso, fondatore di questa inedita iniziativa editoriale che ha saputo in pochi anni conquistarsi la fiducia dei lettori e anche di autori non scontati, tra tutti il nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

    Cosa vi avvicina inizialmente all’idea di una casa editrice? In sostanza, “da dove venite”?

    Sia NightReview sia NR edizioni nascono da esigenze personali condivise con la mia adorabile bolla. Nel 2013 notai che faticavo a trovare del tempo durante la giornata lavorativa per leggere i lunghi pezzi, i cosiddetti longform o longread, che trovavo sui vari media italiani e internazionali. E finivo per accumularli e leggerli la sera o nel weekend.

    Il longform non era un formato diffuso come lo è oggi, anche se temo che per me non lo sarebbe mai abbastanza, eppure i pezzi di approfondimento o le grandi inchieste giornalistiche erano letture delle quali sentivo di aver bisogno per scoprire fatti, persone e storie che nemmeno immaginavo, o anche solo per godere di una scrittura che deve necessariamente essere di qualità per mantenere alta l’attenzione di un lettore per diversi minuti. Questo capita ancora oggi, ogni giorno. Ovviamente ciò non significa che ogni longform vale la pena di essere letto.

    Così decisi di iniziare prima a fare una selezione di longread ogni sera sui miei social media, spostandomi poi su un blog e dopo qualche mese avviando una newsletter, NightReview appunto, che dal novembre 2013 arriva tutti i venerdì sera, senza averne mai saltato uno, festività ed estati comprese. Il numero di iscritti è cresciuto molto in questi anni, oggi sono diverse migliaia, e inevitabilmente anche le persone che collaborano con me alla selezione delle longread e alla costruzione della newsletter.

    Con il tempo, sempre più lettori hanno iniziato a chiederci di tradurre gli articoli selezionati, ma ovviamente si poneva un tema di acquisizione dei diritti di riproduzione, oltre che di traduzioni. Queste richieste continuano ancora oggi. Tuttavia, contemporaneamente abbiamo notato che tra i libri di nonfiction straniera tradotti e pubblicati in Italia mancavano dei titoli che a noi sarebbe molto piaciuto leggere in italiano. Fatte le dovute ricerche, pensato a cosa fare e quali strade intraprendere, abbiamo sperimentato un modello nuovo come quello di NR edizioni.

    Quale modello avete preso di riferimento nel momento in cui avete deciso di dare forma a NR edizioni?

    Tante idee prese qua e là, in particolare dal mondo dei media e da quello editoriale americano, messe insieme nel miglior modo possibile e adattate al mercato italiano. Ma nessun modello come riferimento specifico.

    In che rapporto stanno e come dialogano la newsletter e le edizioni?

    La newsletter di NightReview è un servizio gratuito, e resterà tale. Le letture selezionate e lette ogni weekend dalle migliaia di iscritti ci forniscono un’indicazione per individuare quali possono essere gli argomenti più interessanti, anche se non sono l’unica fonte su cui ci basiamo per pensare ai prossimi titoli di NR edizioni. I libri non sono solo degli investimenti su storie e autori, ma anche una forma per finanziare il servizio della newsletter. E, infatti, senza forzare o stressare gli iscritti, ogni tanto suggeriamo la lettura di uno dei nostri libri quando selezioniamo una longread su un tema affine.

    Che rapporto avete con le librerie e con il sistema distributivo?

    Gestiamo autonomamente la distribuzione dei nostri libri. E ci piace avere un rapporto diretto con tutti i librai, oltre che con i nostri lettori che li acquistano e ne discutono sui social media. Nel corso di questi tre anni sono diventate centinaia le librerie con cui abbiamo avviato un rapporto, e continuano ad aumentare.

    L’utilizzo di Amazon come piattaforma anche di stampa è per voi un motivo di contraddizione? Come vi rapportate?

    Contraddizione assolutamente no. Collaborazione sicuramente sì. È uno dei nostri fornitori che, insieme ad altri, ci permette di mettere in pratica il nostro modello di business e distribuire efficacemente i nostri titoli. Predisponiamo una prima tiratura, non troppo ampia, con cui garantiamo i preordini e la disponibilità dei titoli nel periodo di lancio. A questa segue la fase di print-on-demand. Siamo veloci e soprattutto possiamo garantire sempre la disponibilità del titolo, fin quando non scade il contratto con l’autore, ovviamente. Evitiamo le rese come gli editori più tradizionali, ma puntiamo su disponibilità, flessibilità e sostenibilità.

    Nelle vostre pubblicazioni lo sguardo pare essere molto orientato al mondo nordamericano e con un taglio legato al giornalismo d’inchiesta, come vedete il livello del giornalismo italiano? Pensate che sia possibile immaginare prodotti simili pensati direttamente in Italia?

    A causa di una inconcepibile e anacronistica abitudine, in Italia un discreto numero di giornalisti sforna libri di saggistica ogni anno, e per farlo sono inevitabilmente costretti a scrivere di argomenti che coprono l’intero spettro dello scibile umano. Ecco, a quel tipo di libri e a quel tipo di autori non siamo interessati.

    Stiamo lavorando, invece, ad alcuni titoli di autori italiani, anche molto diversi tra loro, ma in grado di raccontare storie o di realizzare reportage, utilizzando uno stile da narrative nonfiction, purtroppo troppo sottovalutato e troppo poco insegnato nelle scuole di scrittura o di giornalismo in Italia. O ancora, stiamo lavorando con alcuni autori a delle raccolte di saggi: una di queste posso anticiparla, la pubblicheremo all’inizio del 2021 e l’autore è Francesco Abazia, uno dei più bravi in assoluto in Italia sul tema della black culture americana.

    Come avete fatto o meglio come “diavolo” siete riusciti ad ottenere l’autobiografia di Joe Biden?

    Diciamo tutto abbastanza semplice e lineare, perché non abbiamo avuto concorrenza. Ho letto il libro appena uscito, nel novembre 2017. Seguo la politica americana per passione e per lavoro, conoscevo la storia di Joe Biden, ma raccontata da lui in prima persona fa tutto un altro effetto. A quel tempo stavamo proprio pensando a come impostare il lavoro e a cosa pubblicare con NR edizioni l’anno successivo. Abbiamo fatto un’offerta ed è stata accettata. E l’abbiamo pubblicato nell’ottobre 2018 con la traduzione di Francesco Costa. Dalle pagine del suo memoir si intuisce la forte voglia di candidarsi da parte di Biden, e sinceramente avevo pochi dubbi sul fatto che ci avrebbe provato. Certo, prima di arrivare a essere eletto Presidente doveva vincere delle primarie democratiche molto competitive e soprattutto battere Donald Trump. E alla fine l’ha fatto davvero.

    In generale i vostri titoli sembrano riuscire a cogliere non tanto l’attualità, ma l’umore del momento e in tal senso il saggio di Jia Tolentino è quello che forse meglio esprime l’identità di NR, come lavorate nella costruzione del vostro catalogo?

    Jia Tolentino è un’autrice formidabile, come poche al mondo. La sua raccolta di saggi “Trick Mirror” ha inaugurato la nostra seconda collana Real(ize), dedicata a quei titoli che esaltano il potere della narrazione intima e guidati dalla forza dell’esperienza personale in grado di raccontare una storia molto più grande. E nel 2021 almeno altri due eccellenti autori si aggiungeranno a questa collana. L’altra invece è Élite, la prima collana che abbiamo creato: giornalismo, politica e temi di attualità sono alla base dei titoli che la compongono. E a parte il primo titolo pubblicato, “La Rabbia” di Julia Ebner, che è una via di mezzo tra inchiesta giornalistica e saggio di approfondimento sull’estremismo di destra e il fondamentalismo islamista, gli altri tre titoli finora hanno costituito un terzetto molto legato al contesto e alla politica americana: “Papà, fammi una promessa” di Joe Biden, di cui parlavamo prima, “Dio salvi il Texas” del premio Pulitzer Lawrence Wright, che abbiamo portato per la prima volta in Italia alla fine del 2019, e “Inganno” dell’anchorman di CNN Brian Stelter. A partire dal 2021 amplieremo ulteriormente il campo d’azione di Élite, per così dire.

    Pensate di strutturarvi in maniera più tradizionale come editori di libri o di spingere verso un maggiore sviluppo della newsletter?

    Al momento il nostro modello si basa su tre pilastri. Due di cui abbiamo già parlato, cioè il servizio gratuito della newsletter e la casa editrice. E poi c’è la produzione di podcast, che abbiamo avviato nel 2019 con “Cavour” di Francesco Maselli che in questi giorni parte con la terza stagione. Nel corso dei prossimi due anni, non solo arriveranno nuovi titoli e nuovi podcast, ma probabilmente anche un paio di progetti innovativi su cui stiamo lavorando in questi giorni.

    Cosa significa per voi pubblicare libri negli anni 20 del XXI secolo in Italia? A quale pubblico vi rivolgete?

    Non abbiamo un pubblico specifico a cui rivolgerci, anzi abbiamo notato interessanti incroci tra lettori apparentemente molto diversi tra loro interessati ai nostri titoli. I punti fissi restano sempre due: la qualità della scrittura e la forza della storia. E poi, anche se di questi tempi può risultare difficile, proviamo ad adempiere a uno fra gli obblighi di un editore: capire di cosa hanno bisogno i lettori.

    Note