Quindi
cheFare?
Abbiamo creato Fuori Bordo, un percorso di ricerca composto da una chiara sequenza di azioni: in una prima fase di ricerca si intende risalire 4 filiere (la scuola, i servizi socio-educativi, i luoghi della cultura, il volontariato solidale) per capire i profili delle persone non raggiunte dalle modalità alternative di aggancio messe in atto, arrivando a contattarle, a intervistarle. Si tratta quindi di ricostruire i meccanismi di esclusione, dal punto di vista di tutti gli attori in campo: ‘risalire le filiere’ vuol dire ascoltare in primis chi ne è al vertice – il dirigente scolastico, il presidente dell’associazione, ecc. – e poi via via gli altri anelli della catena per arrivare in fine ai beneficiari non raggiunti o parzialmente/tardivamente raggiunti durante il periodo più critico della pandemia.
La piena comprensione di cosa è successo e per quali ragioni viene poi restituita, in forma di laboratori, ai partecipanti alla ricerca e alla cittadinanza più ampia, allo scopo di costruire strumenti di prevenzione e di contrasto ai quei meccanismi di esclusione sociale. L’idea è che, analogamente ai piani di evacuazione in caso di incendio, il territorio sappia esattamente cosa fare per tenere agganciate tutte le persone se dovesse ripresentarsi un’emergenza che costringe all’abbandono dello spazio pubblico, alla chiusura dei servizi e dei luoghi di ritrovo, alla didattica a distanza, ecc.
La diffusione di queste pratiche virtuose di soccorso solidale, pronte a scattare di fronte a nuove emergenze, è affidata anche ad azioni di arte pubblica, capaci di suscitare un’attenzione speciale e capillare nella popolazione aperta, ad un percorso formativo per operatori sociali e culturali, e ad un toolkit, la cassetta degli attrezzi per fronteggiare le prossime emergenze. È prevista una pubblicazione digitale per documentare il percorso.