Cosa è la rigenerazione? Partecipa al questionario, rigeneratore urbano cercasi

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    Tutto nasce dalla voglia di migliorarsi e migliorare il proprio paese, città, comunità. Contribuire al cambiamento essendo i principali attori della cosiddetta resilienza co-evolutiva, questo è lo spirito guida di 19 giovani donne e 1 giovane uomo, tra i 24 e i 34 anni di età, provenienti da tutta Italia. Tutte1Abbiamo deciso di utilizzare il femminile perché abbiamo appreso, e la alta percentuale di donne all’interno della classe 2020 ne è un esempio lampante, che la Rigenerazione è Femmina; con il benestare del nostro compagno di viaggio Alex Didino. con una laurea magistrale, alcune un master di primo livello e altre sono anche dottori di ricerca.

    Un gruppo, con una visione comune di cambiamento è la classe 2020 del Master “U-Rise” di 2°livello dello IUAV di Venezia, che si occupa di Rigenerazione Urbana e Innovazione Sociale, termini e ambiti nei quali ancora oggi si stenta a giungere ad una definizione univoca.

    Le discipline di specializzazione del gruppo spaziano dall’urbanistica, al paesaggio, all’architettura, per passare dalle scienze politiche, giuridiche ed economiche, a geografia, comunicazione e antropologia. Fornendogli così, una multidisciplinarietà rara, quanto richiesta, che diventa uno dei punti di forza del gruppo. Il format del Master ha attratto ciascuno di noi per diversi motivi, ma certamente uno che accomuna tutte è la sua natura laboratoriale, in grado di creare dialogo e confronto dando vita ad una Comunità di Apprendimento, come spesso ricordato dal Responsabile Scientifico il prof. Ezio Micelli. Ognuno di noi, con il proprio bagaglio e la propria motivazione, si è iscritto spinto dal desiderio di rigenerare e innovare l’esistente, di acquisire competenze e divenire esperto di attivazione di processi inclusivi e partecipati atti a dare un nuovo significato e una nuova funzione a spazi, luoghi e beni (materiali o immateriali che siano) e incidere nel mitigare le crescenti marginalità e disuguaglianze socio-territoriali.

    Abbiamo avuto modo di incontrarci, familiarizzare, conoscerci personalmente per soli 3 moduli. Il primo e il secondo a Venezia, sede principale del corso accademico, mentre il terzo ci ha dato l’opportunità di visitare il famoso Ex Fadda, esperienza capofila nella rigenerazione urbana ma anche rurale del nostro paese. In questa occasione abbiamo avuto modo di connetterci  maggiormente, di condividere le ore di corso, il tempo libero e lo svago insieme. Proprio durante questa fase di conoscenza interpersonale, il 24 febbraio, scoppiava il primo focolaio Covid-19.

    Tutte sin dal principio abbiamo avuto la sensazione che molte cose non sarebbero state mai più come prima, abbiamo preso l’aereo, il treno o la macchina e siamo tornate verso le nostre rispettive case, ridistribuendoci per tutta Italia. Dal quel momento le notizie hanno iniziato a correre veloci e frammentate comportando da un lato uno stato di incertezza e panico generale e dall’altro la visione riduzionistica di un evento circoscritto e lontano. Come avviene spesso negli eventi disastrosi, di carattere naturale o antropico, si crede di non essere mai colpiti in prima persona e questo atteggiamento non fa altro che aumentare la vulnerabilità di territori e comunità. (Sbattella, 2009)

    “Psicosi anche qui! Emilia Romagna ha chiuso scuole, palestre e annullato concerti. Mai vista così tanta gente alla Lidl. Stasera probabilmente i volontari che portano il cibo per gli ospiti del centro dove lavoro ce lo lanceranno dalla macchina per non dover entrare…top” Sara, Bologna, 24 febbraio 2020

    “Il vero problema è ritrovarsi oggi, 24 febbraio 2020, in Veneto, a 30 minuti da Padova e 5 da Mira, con l’influenza stagionale che ti fa sentire come l’untore dei Promessi Sposi, ma davvero proprio🙄 è desolante ‘sta cosa… Ho fatto una videochiamata con i miei colleghi in pausa pranzo oggi e per percularmi erano tutti e tre con la mascherina 😂 divertenti eh, divertentissimi…” Federica, Mestre, 24 febbraio 2020

    Da lì il lockdown e l’interruzione di qualsiasi tipo di attività didattica. Le sole comunicazioni che entravano nelle nostre case erano i bollettini quotidiani della Protezione Civile che, giorno dopo giorno, disegnavano un’emergenza difficile da governare.

    “Ragazze è uscito il decreto, fino al 4 aprile bloccano tutto. Credo salti anche il modulo di San sepolcro. Bloccano viaggi, master, tutto…attività culturali, manifestazioni. Hanno rinviato anche la biennale!” Alessia, Salerno, 3 marzo 2020 

    Due lunghi mesi. Un tempo sospeso in cui il silenzio assordante delle università ha lasciato il posto alla nostra conoscenza (seppur virtuale) sempre più confidenziale. Meme, notizie, video, preoccupazioni e ansie si sono susseguite nel gruppo WhatsApp da poco creato. Ci siamo tenute compagnia cercando di superare, per quanto possibile, l’ansia dell’attesa. Avremmo potuto continuare il percorso di studio con le stesse modalità? L’elevata qualità formativa, in termini di rete e multidisciplinarietà, sarebbe rimasta identica anche online? E come continuare ad alimentare la nostra nascente comunità di apprendimento?

    “Ci sono le lezioni frontali da fare, ma è anche vero che didattica a distanza non ti permette di entrare in contatto diretto con il docente/ospite di turno è penso che questo sia un aspetto importante del nostro master. Ovviamente sollecitiamo i docenti anche perché se pensano di rimandare tutto a settembre credo che dobbiamo saperlo quanto prima” Giorgia, Positano, 12 marzo 2020

    L’attesa di notizie e direttive concrete, mentre alcuni nostri conoscenti avevano già iniziato a sostenere le lezioni online, ha accresciuto forti interrogativi sul nostro destino. Con il proseguire delle giornate di isolamento l’esigenza di ottenere risposte ci ha portato alla redazione collettiva di una lettera destinata alla classe docente. Il contenuto, aspro e diretto,  è stato compreso dai docenti, i quali hanno aperto immediatamente un canale di dialogo con il gruppo (la classe) URISE 2020. Abbiamo così avuto la possibilità  di confrontarci in modo aperto e sincero con i nostri referenti e da lì a poco gran parte dei moduli sono stati trasferiti online. Il 7 maggio 2020 la tanto discussa DAD ha avuto inizio anche per noi.

    Dire che la didattica online abbia la stessa valenza, che possa sostituire in toto la lezione frontale o laboratoriale è a parer nostro impossibile, nonostante lo sforzo di offrire nuove modalità di confronto, strumenti e contenuti. Tuttavia possiamo ritrovare nella DAD alcuni aspetti positivi ed interessanti. Uno tra tutti è la possibilità di sperimentare un nuovo modo di interazione, gli appunti condivisi (circa 60 pagine scritte in meno di tre giorni da circa 40 mani). Siamo riuscite a redigere per ogni modulo online un google doc condiviso in cui ognuno di noi prendeva appunti simultaneamente. Un patrimonio conoscitivo inestimabile in termini di materiale formativo e di prospettive disciplinari. Gli appunti, solitamente forma “intima” di studio e apprendimento, in questo caso sono diventati fonte di confronto e arricchimento. Hanno stimolato le pause caffè virtuali tra una lezione e l’altra così come la lezione stessa, favorendo l’interazione e la coesione durante la stesura. Per colmare le distanze e ricreare lo spazio conviviale di confronto dei moduli in presenza, durante le pause caffè o nei post lezione digitale abbiamo creato il canale Spritz, rinominato così per rievocare la città di Venezia che ci ha ospitato. Un luogo virtuale in cui abbiamo discusso delle nozioni acquisite, elaborate e condivise.

    “Questa “mente più grande”, frutto della collaborazione tra le capacità umane e le potenzialità delle macchine, ha dunque il potenziale di risolvere le grandi sfide del nostro tempo.” Geoff Mulgan, ex CEO di Nesta

    La “mente più grande” della classe ha potuto ancora crescere ed ampliarsi nel modulo “Strumenti per l’avvio di impresa ad impatto sociale” tenuto da Lorenzo Liguoro, il quale ci ha  permesso una collaborazione più proficua e dinamica (grazie anche all’uso di piattaforme come Mirò, di quiz interattivi e lavori ludico creativi di gruppo) dando una netta svolta all’andamento del corso nella sua nuova modalità. Lorenzo Liguoro ha dapprima indagato, mediante un questionario personale le nostre attitudini e abilità e successivamente ha analizzato gli esiti, individuando punti di forza e di debolezza di ciascuno di noi indirizzandoci a colmare le nostre lacune e sfidare i nostri limiti. Nel prosieguo del modulo abbiamo incontrato e intervistato diversi professionisti del campo della Rigenerazione urbana e dell’innovazione sociale. Assieme a loro abbiamo avuto l’opportunità di stilare un identikit focalizzandoci su chi e come si occupa di rigenerazione urbana e innovazione sociale ora e di come potrebbe farlo in futuro. Ci siamo rapidamente rese conto che il profilo era quanto mai eterogeneo e complesso, che era difficile definire (e forse precoce) le caratteristiche di coloro che si ritrovano a ricoprire tale ruolo. E’ a questo punto, anche in forza degli appunti condivisi, che è nata l’idea di indagare quale fosse la figura professionale e di conseguenza il tipo di abilità e competenze (dure e morbide che siano) di coloro che oggi si occupano di rigenerazione urbana e innovazione sociale in Italia.

    È nata così l’idea di dar vita ad una ricerca collettiva e a carattere nazionale che ha preso il nome di : WHO RU? rigeneratore urbano cercasi

    Il principale scopo è esplorare e dare visibilità ai percorsi e ai profili di chi concretamente pratica la rigenerazione urbana con una prospettiva di innovazione sociale al fine di rendere più visibile questo poliedrico ed emergente profilo professionale, all’interno e ancora di più all’esterno, dell’ecosistema nazionale, sottolineandone l’importanza e la sua capacità di contribuire a rendere le città più resilienti e sostenibili in linea con i goals previsti dall’Agenda 2030. Chi è la figura che potrebbe essere chiamata R.U.2R.U. per la classe si intenderà sempre sia declinato al femminile che al maschile cioè Rigeneratore Urbano e/o Rigeneratrice Urbana e I.S.3 I.S. per la classe si intenderà sempre sia declinato al femminile che al maschile cioè Innovatore Sociale e/o Innovatrice Sociale? Che competenze ha? Quali abilità gli sono proprie? Serve un codice ATECO per la figura professionale del R.U. e I.S.?   Sono alcune delle domande che guidano e guideranno la nostra ricerca che mira a sottolineare il ruolo del R.U. I.S come attivatore e facilitatore di processi, nonché a diffondere la cultura della rigenerazione urbana legittimando il ruolo di chi di essa ne ha fatto, o ne vorrebbe fare, una professione.

    La ricerca si sostanzia in una indagine sperimentale qualitativa e quantitativa, un lavoro di ricerca che coinvolge i singoli attori e operatori analizzandone processi formativi, profili professionali (competenze dure e morbide), territori e ambiti di intervento.

    WHO RU? è un’indagine incrementale condotta tramite un questionario online, somministrato in quattro fasi ad un campione il più ampio e rappresentativo possibile.

    Siamo fiduciose che l’elaborazione dei dati possa offrire una panoramica sui molteplici profili, dando la possibilità di un progressivo confronto e dibattito pubblico tra le comunità di R.U. e I.S. (professionisti e non), la pubblica amministrazione, il settore for profit e la cittadinanza.

    Ambiamo a consolidare e rafforzare il ruolo della rigenerazione urbana e dell’innovazione sociale in Italia e non solo e anche per questo motivo, in qualità di giovani adulte esperte e qualificate, coviamo il desiderio di costituirci in un organismo legalmente riconosciuto capace di incidere, di agire e di fare ricerca-azione per offrire consulenze e stimolare la rigenerazione del Paese.

    Ammettiamo di essere ancora incerte circa la governance e la ragione sociale, ma al contempo siamo fortemente convinte che la ricerca debba esaminare il ruolo di queste figure e speriamo che gli esiti volgano ad istituire un dibattito sulla necessità di riconoscere professionalmente figure competenti ed esperte di Rigenerazione urbana e Innovazione sociale.

    Se volete contribuire alla ricerca WHO R U? potete compilare QUI il questionario, a breve cercheremo di delineare e restituire un primissimo identikit del R.U. I.S. entro i primi mesi del 2021.

    Note