Giovedì 28 ottobre 2021
Cosa manca a Milano sul fronte della cultura?

Questo articolo è stato originariamente pubblicato su Artribune in basso per leggere il testo completo.
Capire come il nostro modo di intendere e produrre cultura sia cambiato a seguito della pandemia di Coronavirus è fondamentale per ripartire con nuovi percorsi.
Questo articolo fa parte del percorso de laGuida #partecipazione, che ha come scopo la valorizzazione e la messa in rete delle esperienze culturali "dal basso" di Milano e della Lombardia.
laGuida nel Contemporaneo mette a confronto i diversi mondi della cultura, ascoltandone i bisogni e scambiando conoscenze. Vogliamo mettere in dialogo la cultura emergente con le realtà e le istituzioni più consolidate.
Lo facciamo con Fondazione Cariplo, impegnata nel sostegno e nella promozione di progetti di utilità sociale legati al settore dell’arte e della cultura, dell’ambiente, dei servizi alla persona e della ricerca scientifica.
Cosa manca nella cultura a Milano? Provare a rivolgere questa domanda ai pubblici e agli addetti ai lavori fa emergere la densità e la stratificazione di significati, pratiche e linguaggi che cerchiamo di ricondurre a un termine dai confini spesso troppo angusti, quello di cultura. Tra le tante risposte che si potrebbero raccogliere: “un Museo del Contemporaneo”, “un nuovo Grande Progetto di Arte Relazionale”, “un Auditorium come quello del Parco della Musica”, “un Centro per l’Arte e la Scienza”. L’elencazione potrebbe continuare per pagine e pagine, ma sarebbe un esercizio futile. Sono tutte risposte legittime che guardano però alla realizzazione di singoli elementi isolati in un contesto che negli ultimi dieci anni ha attraversato enormi trasformazioni, nel quale la cultura è passata dal ruolo di ancella delle cose “serie” a quello (a volte reale, altre solo annunciato) di motore urbano. In parte persino durante la pandemia, l’agenda culturale cittadina è stata costantemente affollata di inaugurazioni, aperture di nuovi spazi, lanci di nuove istituzioni, annunci e comunicati.
Più che guardare alla “next big thing”, allora, per capire come si può trasformare la cultura a Milano è interessante confrontarsi con la complessità, provando a cogliere alcuni grandi movimenti necessari con cui la città nel suo complesso dovrà confrontarsi in futuro.
Capire come il nostro modo di intendere e produrre cultura sia cambiato a seguito della pandemia di Coronavirus è fondamentale per ripartire con nuovi percorsi.
Questo articolo fa parte del percorso de laGuida #partecipazione, che ha come scopo la valorizzazione e la messa in rete delle esperienze culturali "dal basso" di Milano e della Lombardia.
laGuida nel Contemporaneo mette a confronto i diversi mondi della cultura, ascoltandone i bisogni e scambiando conoscenze. Vogliamo mettere in dialogo la cultura emergente con le realtà e le istituzioni più consolidate.
Lo facciamo con Fondazione Cariplo, impegnata nel sostegno e nella promozione di progetti di utilità sociale legati al settore dell’arte e della cultura, dell’ambiente, dei servizi alla persona e della ricerca scientifica.
Cosa manca nella cultura a Milano? Provare a rivolgere questa domanda ai pubblici e agli addetti ai lavori fa emergere la densità e la stratificazione di significati, pratiche e linguaggi che cerchiamo di ricondurre a un termine dai confini spesso troppo angusti, quello di cultura. Tra le tante risposte che si potrebbero raccogliere: “un Museo del Contemporaneo”, “un nuovo Grande Progetto di Arte Relazionale”, “un Auditorium come quello del Parco della Musica”, “un Centro per l’Arte e la Scienza”. L’elencazione potrebbe continuare per pagine e pagine, ma sarebbe un esercizio futile. Sono tutte risposte legittime che guardano però alla realizzazione di singoli elementi isolati in un contesto che negli ultimi dieci anni ha attraversato enormi trasformazioni, nel quale la cultura è passata dal ruolo di ancella delle cose “serie” a quello (a volte reale, altre solo annunciato) di motore urbano. In parte persino durante la pandemia, l’agenda culturale cittadina è stata costantemente affollata di inaugurazioni, aperture di nuovi spazi, lanci di nuove istituzioni, annunci e comunicati.
Più che guardare alla “next big thing”, allora, per capire come si può trasformare la cultura a Milano è interessante confrontarsi con la complessità, provando a cogliere alcuni grandi movimenti necessari con cui la città nel suo complesso dovrà confrontarsi in futuro.
Altri contenuti correlati
Evento
The Mountain Bertram Niessen al festival LIFE
Bando
Common Housing Bisceglie Contest Concorso per l'assegnazione di spazi convenzionati
Evento
Moltitudini Live al Salone del Libro di Torino
Evento
GenerAzione Spazio Analisi e prospettive sugli spazi giovanili cittadini
Evento
Case del Quartiere con Bertram Niessen
Articoli correlati

Articolo
Se l'Italia è senza casa
Una recensione del nuovo saggio di Sarah Gainsforth

Articolo
Virtuopolis
Verso un osservatorio per il settore creativo e culturale

Articolo
Poveglia è davvero per tutti
La svolta per l’isola di Venezia salvata dalla privatizzazione

Articolo
Tutto al suo posto, tranne gli abitanti
I limiti dalla narrazione sulla rigenerazione urbana