Giovedì 07 settembre 2023
Piscine: il corso di formazione per organizzazioni sociali e culturali
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I tempi presenti sono caratterizzati da un alto tasso di incertezza, da una variazione continua dei rischi e delle opportunità, degli ambienti e dei luoghi, delle comunità, delle domande, delle possibilità.
Anni caratterizzati da una pandemia mondiale e da uno scenario geo-politico instabile hanno messo a dura prova gli enti del Terzo Settore. Le chiusure, la conseguente riduzione delle attività, le modifiche repentine nei programmi di finanziamento hanno costretto molte organizzazioni sociali e culturali a mettere in campo risorse d’emergenza per assicurarsi la sopravvivenza.
Certo, la riforma del Terzo Settore ha contribuito a rendere maggiormente stabile un quadro di riferimento, ma molti soggetti hanno attraversato – inosservati – situazioni di grande difficoltà e faticano a sviluppare visione, a sfruttare opportunità di crescita e a intercettare e abitare nuove modalità di collaborazione.
Tra le lezioni apprese dalla pandemia sfortunatamente non figura in modo chiaro il valore del Terzo Settore e la sua comprovata capacità di fare la differenza non solo nelle situazioni di crisi, ma anche in quella preziosa opera sempre attiva di ricucitura e di sviluppo che viene svolta sui territori dalle persone attraverso proposte organizzate e di qualità.
Si assiste, insomma, a un generale disallineamento tra le potenzialità dei mondi della cultura e la loro concreta realizzazione. Un panorama dove le attività quotidiane e le situazioni emergenziali (divenute ormai usuali), non lasciano spazio a uno sguardo allenato al lungo periodo. Si lavora con ostinazione sull’operatività, ma si tende a scordare la visione strategica. Si è in affanno.
Inoltre, la rapida – e inarrestabile – trasformazione dei mezzi digitali e delle modalità di comunicazione risulta sfidante a livello di competenze e troppo costosa. Questa complessità non consente alle organizzazioni sociali e culturali di percorrerla in modo efficace e di raggiungere obiettivi significativi. Questo aspetto rischia di rendere ulteriormente invisibile un’enorme quantità di progetti in grado di fare la differenza per i territori e per le comunità.
Per questi motivi, abbiamo ideato Piscine – La cultura è uno sport completo, il corso di formazione per organizzazioni sociali e culturali che intendono sviluppare una strategia per attraversare l’incertezza, per cogliere opportunità valutandone i rischi, per generare impatti significativi.
Il corso mette a disposizione dei partecipanti il meglio delle esperienze e delle pratiche, la sintesi di quello che abbiamo imparato in 11 anni di lavoro sulla costruzione di strategie di sostenibilità, affiancando le principali organizzazioni culturali in Italia e all’estero.
Molto spesso, infatti, quando si parla di progettazione culturale e sociale si fa riferimento al singolo atto progettuale, agli impatti puntuali, ai pubblici e ai destinatari. Quello che diventa fondamentale, invece, è prendersi cura dei soggetti e delle organizzazioni che spesso vivono in una condizione di scarsità: di tempo, risorse, soldi, considerazione pubblica.
Prendersi cura di chi attiva i processi e i progetti e mettersi accanto a chi assicura un futuro agli impatti positivi e – in questo modo – riuscire a garantirli e ad amplificarli.
È indispensabile per fare cultura, per lavorare nel sociale, dotarsi di strumenti di visione strategica, di progettazione critica e di irrobustimento organizzativo. È, allo stesso tempo, fondamentale dedicare del tempo al rafforzamento delle proprie conoscenze e competenze e programmare traiettorie di sviluppo che siano solide ed efficaci.
Scopri tutto il programma di Piscine – La cultura è uno sport completo
Il corso si svolge nell’autunno 2023 in modalità mista con lezioni online e laboratori dal vivo. È pensato per accogliere un massimo di 30 partecipanti (2 per ciascuna organizzazione partecipante). Le iscrizioni sono chiuse.
Immagine di copertina Cotton Studio da Pexels
Anni caratterizzati da una pandemia mondiale e da uno scenario geo-politico instabile hanno messo a dura prova gli enti del Terzo Settore. Le chiusure, la conseguente riduzione delle attività, le modifiche repentine nei programmi di finanziamento hanno costretto molte organizzazioni sociali e culturali a mettere in campo risorse d’emergenza per assicurarsi la sopravvivenza.
Certo, la riforma del Terzo Settore ha contribuito a rendere maggiormente stabile un quadro di riferimento, ma molti soggetti hanno attraversato – inosservati – situazioni di grande difficoltà e faticano a sviluppare visione, a sfruttare opportunità di crescita e a intercettare e abitare nuove modalità di collaborazione.
Servono piedi piantati a terra, spalle larghe e testa tra le nuvole.
Tra le lezioni apprese dalla pandemia sfortunatamente non figura in modo chiaro il valore del Terzo Settore e la sua comprovata capacità di fare la differenza non solo nelle situazioni di crisi, ma anche in quella preziosa opera sempre attiva di ricucitura e di sviluppo che viene svolta sui territori dalle persone attraverso proposte organizzate e di qualità.
Si assiste, insomma, a un generale disallineamento tra le potenzialità dei mondi della cultura e la loro concreta realizzazione. Un panorama dove le attività quotidiane e le situazioni emergenziali (divenute ormai usuali), non lasciano spazio a uno sguardo allenato al lungo periodo. Si lavora con ostinazione sull’operatività, ma si tende a scordare la visione strategica. Si è in affanno.
Inoltre, la rapida – e inarrestabile – trasformazione dei mezzi digitali e delle modalità di comunicazione risulta sfidante a livello di competenze e troppo costosa. Questa complessità non consente alle organizzazioni sociali e culturali di percorrerla in modo efficace e di raggiungere obiettivi significativi. Questo aspetto rischia di rendere ulteriormente invisibile un’enorme quantità di progetti in grado di fare la differenza per i territori e per le comunità.
Prendersi cura dei soggetti e delle organizzazioni che spesso vivono in una condizione di scarsità: di tempo, risorse, soldi, considerazione pubblica.
Per questi motivi, abbiamo ideato Piscine – La cultura è uno sport completo, il corso di formazione per organizzazioni sociali e culturali che intendono sviluppare una strategia per attraversare l’incertezza, per cogliere opportunità valutandone i rischi, per generare impatti significativi.
Il corso mette a disposizione dei partecipanti il meglio delle esperienze e delle pratiche, la sintesi di quello che abbiamo imparato in 11 anni di lavoro sulla costruzione di strategie di sostenibilità, affiancando le principali organizzazioni culturali in Italia e all’estero.
Molto spesso, infatti, quando si parla di progettazione culturale e sociale si fa riferimento al singolo atto progettuale, agli impatti puntuali, ai pubblici e ai destinatari. Quello che diventa fondamentale, invece, è prendersi cura dei soggetti e delle organizzazioni che spesso vivono in una condizione di scarsità: di tempo, risorse, soldi, considerazione pubblica.
Prendersi cura di chi attiva i processi e i progetti e mettersi accanto a chi assicura un futuro agli impatti positivi e – in questo modo – riuscire a garantirli e ad amplificarli.
È indispensabile per fare cultura, per lavorare nel sociale, dotarsi di strumenti di visione strategica, di progettazione critica e di irrobustimento organizzativo. È, allo stesso tempo, fondamentale dedicare del tempo al rafforzamento delle proprie conoscenze e competenze e programmare traiettorie di sviluppo che siano solide ed efficaci.
Scopri tutto il programma di Piscine – La cultura è uno sport completo
Il corso si svolge nell’autunno 2023 in modalità mista con lezioni online e laboratori dal vivo. È pensato per accogliere un massimo di 30 partecipanti (2 per ciascuna organizzazione partecipante). Le iscrizioni sono chiuse.
Immagine di copertina Cotton Studio da Pexels
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